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LIBERALISMO LATINOAMERICANO

L’ascesa del Nuovo Astro

Già in passato ho riservato una dedica ad un personaggio che merita più di una citazione. Ed in questo preciso contesto, sono convinto che i lettori di questo Sito possano seguire i concreti concetti che troveranno nel Link in fondo al presente testo; quello della nuova brillante stella liberale dell’America Latina: la guatemalteca

Gloria Alvarez.

Non è apprezzata tanto per la sua affascinante bellezza fisica, quanto per la sua straordinaria capacità di confutare le solite sciocchezze sciorinate da chi pretende esaltare gente che si caratterizza solo per il proprio sfacciato populismo con cui si è governato e, purtroppo, in parte, ancora si governa  in questo emisfero del Pianeta, partendo  dal fascistoide Peron, passando alla dinastia dei Castro, ai folclorici Hugo Chaves e quello che era il suo degno aiutante ed ora successore Maduro, la KirchnerEvo MoralesRafael CorreaLula e la sua degna seguace Dilma Rousseff e Kompagni affini…

Governanti, dunque, che con la pretesa di celebrare le loro rovinose riforme, incensandosi reciprocamente, si adulano a vicenda, vantandosi di aver avviato riforme che in realtà, si sono dimostrare dei veri fuochi di paglia; illusioni che hanno incantato mezzo mondo – quello di sinistra, per intendersi – ma che, arrivando i nodi al pettine, hanno evidenziato la cruda disastrosa realtà. Così,  ignorando le devastanti conseguenze del loro equivoco deleterio operato, osano definirsi “progressisti”, ritenendosi anche fieri “rivoluzionari”, naturalmente, nella vecchia usurata concezione dell’obsoleto passato, quando in verità, appena raggiunto il potere, non si dimostrano altro che intransigenti, quando non feroci conservatori.  Tali, principalmente per conservare il potere raggiunto per mantenerlo a pugno chiuso e  conservarlo con ogni mezzo e sotterfugio.

Eppure, questi ammiratori di Caudillos latino americani di piantone, ignorando dati più realisti e concreti, non osano fare il minimo riferimento ai Paesi che, in questi ultimi anni, in questo Continente, progrediscono veramente, come per esempio, Paraguay (crescita nel  2014: 4,7% ed ancora superiore nel 2015), Colombia (crescita nel 2014: 4,9%  e poco meno nel 2015), Perù (crescita nel 2014: 2,4% ed ancora di più nel 2015), Messico (crescita nel 2014 2,2% ed oltre il 3% nel 2015), tanto per citarne alcuni, mentre i Paesi governati dai cosiddetti bolivariani, peronisti, giustizialisti, sandinisti, socialisti del XXI secolo ecc.: Cuba, Venezuela, Brasile,  Bolivia, Ecuador che continuano in una crisi così grave che nonostante i loro dirigenti indottrinati abbiano conservato il potere ed in parte, da tanto tempo, detengano le redini del potere nei rispettivi Paesi, abusando della loro retorica incantatrice con false promesse, ma che non ingannano più nessuno – se non i più ingenui, gli analfabeti e tutti coloro che ricevono da loro elemosine, in cambi di finta fiducia -, ma che nonostante ciò, dove gli elettori hanno potuto votare, i presunti paladini della tanto decantata uguaglianza, imponendo la disuguaglianza attraverso la farisaica solidarietà istituzionalizzata, da addebitare alle future generazioni, hanno comunque perso le recenti elezioni…

Dunque, questi cosiddetti progressisti o rivoluzionari, i soliti cacicchi latinoamericani di turno, che piuttosto che alla competenza od alla lungimiranza, preferiscono ricorrere al proprio narcisismo, armati di arbitraria retorica ideologica, sfruttano il proprio carisma,  ingannando proprio i più sprovveduti; ed invece di avanzare con lo sguardo rivolto all’avvenire, come lo descrive Octavio Paz nel suo EL OGRO FILANTROPICO (Il Mostro Filantropico), comminano guardando all’indietro. E per confondere la realtà, si atteggiano da presunti filantropi, facendo ambigue irresponsabili concessioni che poi in qualche modo qualcuno, un domani sarà indotto ad accollarsi.

Ma, come giustamente sostiene l’autore tedesco Matthias Heitmann in ZEITGEISTJAGT (Caccia dello Spirito dei Tempi), essi, a medio e lungo termine, non si distinguono come benefattori, bensì, cadute le loro maschere, si confermano come i soliti misantropi pessimisti che coltivano la sfiducia nel prossimo, predicano l’allarmismo, e perciò si attribuiscono le prerogative di sostituirsi alle aspirazioni degli individui, liberandoli dalle responsabilità che avrebbero, se solo potessero fare le proprie scelte.

Eppure, gli eventi ci dimostrano come lo sviluppo è più fertile in ambiente di scetticismo, sì, ma adeguatamente alimentato dalla fiducia e dalla speranza, accompagnate dall’azione individuale, mentre i cambiamenti si nutrono delle iniziative di chi osa cercare nuove strade, tentando nuove esperienze, in controcorrente, sbagliando; quindi, apprendendo dai propri errori, sanno correggere ciò che non ha dato i risultati sperati. Infatti, è dagli errori che si imparano le migliori lezioni, che ci inducono a modificare le scelte, tentando nuove alternative con nuove prove; è così che spesso quando necessario seguiamo nuovi itinerari.

La nostra società, quella del progresso reale e tangibile – e non solo teorica -, come l’ha definita Alain Peyrefitte nel suo sublime saggio LA SOCIETÉ DE CONFIANCE (La Società di Fiducia) è, appunto, la società mobile, e non quella stabile, dove non basta conservare tutto; ma tutto dev’essere migliorato, grazie all’azione positiva, fomentata da una buona dose di dubbi e di fiducia; fiducia che questi capipopolo di piantone, non hanno negli individui liberi, ma solo in se stessi e nelle proprie incontestabili imprese, perché si pretendono illuminati dalle loro particolari teoriche tesi…

Del resto, sulla Rivoluzione ci hanno insegnato che è l’espressione estrema del progresso, ma lo è se parliamo di una rivoluzione permanente pacifica e, di certo, non quelle sanguinose dei giacobini di Robespierre o dei bolscevichi di Lenin, considerate paradigmatiche per la storia impartitaci  fin da giovani. Ma la rivoluzione la si può interpretare anche in una chiave ben più moderna.

Nel frattempo, da un’altra interpretazione della storia, abbiamo imparato molte lezioni, e chi ci ha fornito una sublime critica a quel vecchio genere di Rivoluzione, condannandola, è proprio un marxista dissidente, condannato all’ostracismo dai suoi stessi compagni: Albert Camus ne L’ UOMO IN RIVOLTA. Mentre un’interpretazione ancora più attuale la suggerisce Jean-François Revel in NI MARX NI JESUS. Infatti, se Camus, dopo aver sofferto la profonda delusione constatando le conseguenze della Rivoluzione sovietica, raccomanda all’individuo di non fidarsi delle rivoluzioni, ma esorta che ci si mantenga sempre in continuo stato di ribellione, Revel descrive come rivoluzione, il progresso che si ottiene migliorando le condizioni di vita degli individui.

Già John Stuart Mill nel SAGGIO SULLA LIBERTÀ scriveva:

“Nella nostra epoca, il semplice esempio di anticonformismo, il mero rifiuto di piegarsi alla consuetudine, è di per se stesso un servigio all’umanità”…

E completava:

“Proprio perché la tirannia dell’opinione è tale da rendere riprovevole l’eccentricità, per infrangere l’oppressione è auspicabile che gli uomini siano eccentrici.”

Non per niente, coloro che non si accontentano del presente, non appagati di conservare la semplice situazione, credendo come lo sostiene Popper, cioè che la ricerca non si esaurisce e la conoscenza non ha fine, e che, pertanto, i veri rivoluzionari, non si stancano di fomentare il continuo cambiamento; essi sono quei ribelli che più contribuiscono al Progresso, come si apprende – fra l’altro – pure dall’ AZIONE UMANA di Ludwig von Mises che, questo sì – potremmo dire – ha davvero profetizzato la fine del collettivismo nel suo SOCIALISMO, scritto nel 1922, in cui avverte come e perché il modello economico collettivista non si sarebbe sostenuto; infatti, nemmeno settant’anni dopo, con la caduta del Muro di Berlino, la sua previsione si è finalmente confermata.

Jean-François Revel, infatti, non esita a sostenere che il vero Popolo rivoluzionario è quello americano, perché in nessun altro Paese al mondo esiste tanto progresso che deriva, appunto, dalla Libertà della circolazione dell’informazione e dalla quale,  conseguentemente, deriva l’espansione della conoscenza che, a sua volta, senza sosta, genera la ricerca, propiziando pure le migliori condizioni di vita di sempre più individui, nonostante le superficiali conclusioni del mancino Piketty, andato a pescare in acque piuttosto torbide, pure lui…

Eppure, questi ammiratori di Caudillos latino americani di piantone, ignorando dati più realisti e concreti, non osano fare il minimo riferimento ai Paesi che, in questi ultimi anni, in questo Continente, progrediscono veramente, come Paraguay (crescita nel  2014: 4,7% ed ancora superiore nel 2015); Colombia (crescita 2014: 4,9%  e poco meno nel 2015); Perù (crescita 2014: 2,4% ed ancora di più nel 2015); Messico (crescita 2014 2,2% ed oltre il 3% nel 2015), tanto per citarne alcun. Simultaneamente, i Paesi governati dai cosiddetti bolivariani, peronisti, giustizialisti, sandinisti, socialisti del XXI secolo e compagnia bella: Paesi estremamente ricchi come Cuba, Venezuela, Brasile, Bolivia, Ecuador, continuano in una crisi così grave che nonostante i loro dirigenti indottrinati abbiano conservato il potere ed in parte, da tanto tempo, detengano le redini del potere nei rispettivi Paesi, abusando della loro retorica incantatrice con false promesse, ma che non ingannano più nessuno se non i più ingenui, gli analfabeti e tutti coloro che ricevono da loro elemosine, in cambio di artificiale fiducia, ma che nonostante ciò, dove gli elettori hanno potuto votare libera,ente, i presunti paladini dell’eguaglianza e della solidarietà istituzionalizzata, hanno comunque perso le recenti elezioni…

Dunque, dedico i commentari di Gloria Alvarez a coloro che desiderano meglio capire come si svolgono le cose in America Latina e non a chi, inutilmente, continua ad arrampicarsi sugli specchi, ostinandosi a presentare ambigui luoghi comuni che partono unicamente dal soggettivo punto di vista mancino di una dottrina che ha già ampiamente dimostrato il proprio deleterio fallimento. Una buona introduzione di questo personaggio ce la fornisce Rossana Miranda sul sito Formiche, dove, chi conosce la lingua spagnola, potrà seguire le straordinarie esposizioni esibite dalla Alvarez, provocando lunghi e meritati applausi perfino dalla platea del Congresso Latinoamericano:

http://formiche.net/2014/11/26/gloria-alvarez-la-sexy-intellettuale-che-lotta-il-populismo-america-latina/

Vale davvero la pena conoscere questa nuova stella del Liberalismo. Apprenderemo da una giovane anticonformista che il benessere non si ottiene a parole, ma con l’azione positiva.