Pensare all’Efficiacia in Cina e in Occidente di François Jullien (Recensione)

Con la straordinaria crescita economica la Cina è avviata, ormai da parecchio tempo, ad assumere un ruolo di primissimo piano, accanto alla superpotenza americana. Questo saggio rende molto attuale l’analisi dei diversi modelli strategici che caratterizzano le distinte inclinazioni filosofiche nella gestione della realtà rivolta all’avvenire, soprattutto sotto il profilo economico.Questo stimolante saggio, dunque, breve quanto eloquente, con linguaggio scorrevole e chiaro, in cui l’autore propone paragoni fra due diverse concezioni di affrontare la realtà e di concretizzare le proprie aspirazioni, costituisce certamente un utile contributo alla comprensione dell’attuale fenomeno economico cinese. Inoltre, si legge anche in sole poche ore.

Da una parte osserviamo il modello europeo, guidato dall’ideale, in cui si predilige la pianificazione di un progetto da eseguire e da portare avanti con determinazione nel modo più efficace e breve, con la forza e la risolutezza di, magari, anticipare i tempi e addirittura l’evoluzione. Questo metodo equivale alla tattica militare di Clausewitz che nella STRATEGIA DI GUERRA è guidata da un modello organizzativo preciso, mediante un progetto teorico preparato da realizzare senza indugi ed indipendentemente da ciò che potrà riservare l’avvenire; in questo caso si dà credito alla teoria. Dall’altro lato abbiamo, invece, il modello cinese che non è legato a rigidi schemi e segue la falsa riga dell’ARTE DELLA GUERRA di Sun Tzu che mezzo millennio prima dell’era volgare, per la realizzazione di una precisa finalità di poter tirar vantaggio dalle nuove circostanze che sono sempre mutevoli ed imprevidibili, raccomandava equilibrio e pazienza.

Qui ci troviamo dinanzi ad un metodo non teorico, ma certamente più pragmatico. Questa arte presenta, pure una certa analogia con le idee di Machiavelli in cui la buona strategia non si fissa sull’obiettivo dettato dall’ideologia, ma osserva le opportunità, le occasioni che si presentano con il passar del tempo, senza fretta, perché tutto è comunque trasformazione. Infatti, è inutile voler a priori forzare una situazione se i tempi non sono ancora maturi. E’ ben più saggio temporeggiare, attendere pazientemente ed agire in virtù di quei cambiamenti che nel trattempo intervengono, cercando di sfruttare circostanze favorevoli strada facendo, quando – almeno in apparenza – il grado di rischio tenderà a diminuire.

L’autore mette in evidenza, dunque, come noi Europei siamo piuttosto inclinati alle teorie, mentre i Cinesi, al cotrario, mirano – come si direbbe – al sodo, concretamente ai risultati pratici. Noi, nella lotta contro le circostanze, siamo guidati dalle ipotesi, dall’epica, eroicamente, e sovente siamo anche disposti a pagare con sacrifici; loro, in contrasto, preferiscono adattarsi agli eventi nella misura in cui si presentano, proprio per trarre massimo vantaggio in modo pragmatico dalle più recenti opportunità che non potevano essere previste, perché ogni contesto tende a cambiare ed è necessario saper affrontare con flessibilità la nuova realtà, non lasciandosi condizionare dalla teoria troppo incerta.

Chi conosce i Cinesi sa come e con quale versatilità e tempestività sanno adeguarsi alle nuove condizioni dettate dal volubile mercato. Se gli imprenditori nostrani vorranno mantenersi sulla cresta dell’onda del progresso, senza perdere molte posizioni, non potranno fare a meno di adeguarsi ai tempi pure loro.

Non si dimentichi che la Cina ha dominato per millenni le tecniche; ha sempre preceduto l’Europa; poi, credendo di non aver bisogno degli altri, ha perso il ritmo, isolandosi. Oggi è tornata per assumere un ruolo di guida, contribuento allo spostamento dell’epicentro economico del mondo verso l’Oceano Pacifico, insieme al Giappone, Korea ed ovviamente al gigante americano.