HUGO CHÁVEZ – O ESPECTRO di Leonardo Coutinho (Recensione)
Miserabile Epilogo di un Paese Ricco
Non è da ieri che il regime bolivariano del Venezuela è sotto accusa; se il tiranno Nicolás Maduro, mettendo il naso fuori dal Paese dove, per ora è ancora protetto dai militari è soggetto ad essere arrestato dagli agenti dell’Interpol, per il fatto che il suo governo è palesemente coinvolto con il narcotraffico, già ai tempi del suo predecessore, esistevano incontestabili evidenze che dalla Colombia e dalla Bolivia provenivano carichi di cocaina che passavano per Cuba per poi proseguire in Africa.
I fatti concreti vengono narrati da un competente ben informato autore in un saggio dal titolo HUGO CHÁVES – O ESPECTRO del giornalista brasiliano – Leonardo Coutinho – che, in qualità di corrispondente della rivista brasiliana VEJA, ha trascorso diversi anni in Amazzonia. avendo  l’opportunità di conoscere diversi militari disertori che avevano lavorato per la sicurezza di questi due dittatori.
 
Del resto, il contrabbando di cocaina colombiana, organizzato dal regime cubano viene narrato già in un altro saggio dal titolo  CASTRO’S FINAL HOUR (L’Ora Finale di Castro) del 1993 da un altro noto giornalista sudamericano Andrés Oppenheimer, lo stesso che nel 1986 aveva pubblicato l’altrettanto famoso caso Iran-Contra. Infatti, dopo aver trascorso alcune settimane a Cuba, riuscendo a comunicarsi anche con le vedove, nel libro narra come la DEA -agenzia americana anti droga – era riuscita ad infiltrare un pilota di Taiwan, scoprendo che il regime castrista aveva raggiunto un accordo con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia)  che fornivano il prodotto via Panama, in cambio delle armi di Fidel Castro. Per cui, smascherato il sistema, per salvare la propria immagine, Castro aveva promesso il perdono all’eroe nazionale Generale Ochoa ed altri due alti ufficiali, affinché si assumessero tutte le responsabilità del contrabbando che veniva sbarcato nella vicina Florida, inscenando un processo farsa diffuso pubblicamente, assicurando loro che dope le condanno avrebbe fatto in modo di concede l’amnistia eccetera. Invece, già scagionato dalle loro ammissioni, alle tre di notte erano stati prelevati per essere fucilati; in tal modo il regime avrebbe dimostrato internazionalmente la propria estraneità.
Anche questo vergognoso fatto che conferma fino a quale limite arrivava il cinismo del Comandante, viene narrato da un altro militare, Juan Reinaldo Sánchez guardia del corpo N°1 per bem 17 anni, dello stesso Fidel Castro che, a sua volta era riuscito a scappare da Cuba per poi pubblicare le sue memorie in un libro da me già recensito 
https://liberalismowhig.com/2017/01/11/cuba-lutto-o-speranza/
per cui, non ci sono assolutamente dubbi sulla rispettiva veridicità del diretto coinvolgimento di Cuba con l’organizzazione del narcotraffico. Non per niente, le indagini svolte dagli Americani avevano portato all’arresto del presidente panamegno Manuel Noriega che accoglieva i carichi, smistati su Cuba, aveva contribuito al traffico con destino gli Stati Uniti.
 
Ebbene, con il fallimento del regime sovietico, non potendo più contare sulle sovvenzioni che il Cremlino gli destinava, Cuba aveva estrema necessità di valute, così, con l’avvento del nuovo caudillo centroamericano, fondatore del cosiddetto Socialismo del XXI Secolo, cofondatore del Fori de São Paulo che pretendeva costituire insieme a Lula – altro generoso finanziatore – predicava la nuova rivoluzione socialista bolivariana, sostituendosi al Panama, riceveva i carichi di droga colombiana e boliviana con velivoli militari, che sovente sorvolavano pure il territorio brasiliano, potevano transitare liberamente verso il Venezuela, dove veniva depositata in capannoni militari per poi proseguire per Cuba e verso l’Africa, alimentando il terrorismo degli estremisti islamici.
 
La narrazione di Leonardo Coutinho risulta oltremodo interessante perché rivela perfino il coinvolgimento dell’allora governo argentino, il quale, avendo acquistato una centrale elettrica nucleare dalla Germania, identica a quella in costruzione in Iran che i tedeschi non completavano per via delle restrizioni imposte sulle ricerche nucleari che la repubblica islamica portava avanti per sviluppare la bomba atomica da scaricare su Israele. Perciò, con l’intermediazione dello stesso Hugo Chávez la “brav”a Cristina Kirchner si era disposta a cedere dati di cui gli iraniani avevano grande necessità per completare quella centrale nucleare gemella.

Il movimento di elevate somme in valuta americana, avevano messo in guardia le autorità degli Stati Uniti che, nel frattempo, erano riuscite anche ad arrestare un agente che aveva trasportato in Argentina, i dollari destinati alla campagna elettorale della stessa Kirchner, denaro monitorato e sequestrato all’arrivo del aereo privato all’aeroporto di Buenos ires. Poi, proseguendo le indagini era entrato in azione anche il magistrato argentino Alberto Nisman che investigava sul mandate dell’attentato alla sede dell’AIMA, dove oltre 80 persona avevano perso la vita: evidentemente, le accuse alla Kirchner erano diventate troppo scomode, per cui, Nisman era stato trovato morto, e dichiarato suicida, ciò che la famiglia negava con assoluta veemenza.
 
Fatto sta che fra le allora decine di migliaia di Venezuelani che fuggivano per cercare di sopravvivere in Brasile, c’erano anche diversi disertori militari, i quali, avendo appreso che alcuni loro colleghi erano stati uccisi perché sapevano troppo sul traffico di droga e di armi; infatti, non sentendosi più abbastanza sicuri, per estrema prudenza, avevano scelto l’esilio volontario ed in contatto con Coutinho rivelavano ciò che sapevano sui misteriosi personaggi di origine araba che ricevevano passaporti venezuelani falsi, con i quali potevano così circolare indisturbati in qualità di (presunti) cittadini del Venezuela, seppur non conoscessero altrettanto bene lo spagnolo, fra Venezuela, Brasile ed Argentina; e fra questi c’è anche un individuo considerato il mandante dell’attentato che aveva trafugato il materiale esplosivo dalla triplice frontiere (Brasile, Paraguay ed Argentina) di Foz d’Iguaçú.
 
Ed ecco che Coutinho si era intensamente tenuto in contatto anche con il magistrato prima che fosse misteriosamente – e certo non per coincidenza – trovato morto, opportunamente “suicidato” , proprio il giorno in cui Nisman avrebbe dovuto presentare nel parlamento argentino, l’accusa ufficiale  che avrebbe dovuto analizzare il caso contro la Kirchner.
 
Ora, che tutta una serie di generali venezuelani controllano quel traffico, per cui, si arricchiscono facilmente, contribuiscono a mantenere al potere Nicolás Maduro per non perdere i privilegi di tale lucrativi affari, è più che noto, anche se nel frattempo sul suo arresto gli Americani hanno già fissato un’altissima taglia ed è, per questo, ormai segnalato all’Interpol. Del resto, del coinvolgimento del regime nel narcotraffico non ci sono più dubbi, infatti, gli stessi nipoti della consorte di Maduro, la signora Cilia Flores  Franqui Francisco Flores de Freitas ed Efrain Antonio Campo Flores – sono stati sorpresi ed arrestati e si trovano in carcere negli Stati Uniti quando stavano cercando di introdurre una certa quantità di cocaina.
 
Portanto, qui le ragioni per le quali il regime in carica, grazie agli imbrogli elettorali che hanno assicurato la poltrona della presidenza del Venezuela all’attuale tiranno, ormai è chiaramente sotto scacco ed a qualsiasi momento, potremmo leggere sulle prime pagine dei giornali del mondo che, finalmente, il regime dittatoriale che ha saputo trasformare un paese ricchissimo in una delle zone più depresse al mondo, in seguito alla demagogia messa in pratica dagli ultimi seguaci del collettivismo.
Ciò che non si capisce è come i giornali europei così meticolosi a riempire le loro prime pagine sulle centinaia di migliaia di rifugiati che scappano dalla Siria, senza minimamente menzionare il drammatico esodo di milioni di Venezuelani.

Essi affrontano ogni genere di pericoli pur di non morire di fame a casa loro, subiscono le rapine da parte degli stessi militari, mentre cercano rifugio nella vicina Colombia ed nelle meno vicine località brasiliane. E, dopo che quella povera gente è riuscita ad attraversare zone prossime alle frontiere, presiedute dalle aggressive milizie del regime, giungono esauste nel territorio brasiliano.

Chi sopravvive agli attacchi delle milizie, all’arrivo in Brasile, dopo aver dovuto trascorrere diverse notti nelle piazze brasiliane del Nord, in tende portatili, prive denaro, di alimenti, molti di loro ammalati e senza le minime condizioni igieniche, vengono accolti dalle unità sanitarie brasiliane organizzate dall’esercito militare brasiliano, ma in Europa e specialmente in Italia, dove il movimento delle 5 stelle, dopo aver ricevuto il sostegno di Chávez e Maduro, si bada bene a non parlarne e molto meno condannare il regime che ha ridotto uno dei Paesi più ricchi al mondo alla totale miseria di milioni di indifesi Venezuelani.

Eppure,, è biasimevole che in Europa e specialmente in Italia, dove il movimento delle 5 stelle, dopo aver ricevuto il sostegno di Chávez e Maduro, si bada bene a non parlarne e molto meno condannare il regime che ha ridotto uno dei Paesi più ricchi al mondo alla totale miseria di milioni di indifesi Venezuelani. Del resto, trattandosi di regime di sinistra, i bravi compagni evitano a movergli qualsiasi critica: Immaginarsi se fosse di destra lo si accuserebbe immediatamente di fascista…