QUATTRO PASSI CON I FILOSOFI di Ludwig Giesz (Recensione)

Opera di facile lettura e certamente tanto interessante quanto attuale. Da raccomandare soprattutto a chi, contrariamente alle tendenze che si sono imposte negli ultimi decenni, aspira a meglio comprendere i valori dell’individualismo; l’individualismo benefico e costruttivo. L’individualismo, infatti, non è quel veleno che ci è stato descritto in tutti questi anni perduti, in cui molti intellettuali – o presunti tali – hanno voluto esaltare quel deleterio collettivismo, difendendolo spesso ad oltranza, anche quando si macchiava dei più orrendi e tragici delitti. Purtroppo, l’individualismo è stato troppo frettolosamente presentato come la bestia nera di ogni epoca, come nemico numero uno dell’uomo.

Allora, mentre si elevavano sull’altare ideologico le teorie favorevoli al collettivismo, come se quello fosse destinato a diventare la nuova religione, ci si dimenticava delle insostituibili virtù creative dell’individuo. Eppure, non è la collettività che pensa, bensì lui, l’individuo; è lui che provoca i cambiamenti, ribellandosi alle consuetudini; è l’anticonformista, con le sue particolari iniziative, insoddisfatto di ciò che osserva con la sua particolare sensibilità e con la propria capacità interpretativa a rompere vecchi paradigmi; certo, sovente sbaglia, ma poi se n’accorge e ripara ai propri errori e così, procede ed avanza; allora, innova, andando spesso contro corrente sulle penose vie della solitudine e produce le svolte storiche; è proprio l’individuo il vero autore del progresso; egli favorisce l’evoluzione delle tecniche, della conoscenza e della comprensione. Falliti i regimi totalitari comunisti, finalmente siamo in molti a riscoprire l’importanza dell’utilità dell’individualismo.

E l’autore qui ci ripropone la lettura di alcuni filosofi di tale inclinazione; ci offre un’utile lezione sul pensiero di importanti pensatori come Epicuro, aiutandoci a capirlo meglio. Ci parla di Erasmo, punto di riferimento importante per le riforme religiose; ci ripresenta Nietzsche così ingiustamente discriminato; ma, fra gli altri, ci spiega anche Pascal, Schoppenhauer e soprattutto il modernissimo pensatore danese Kierkegaard, non abbastanza studiato; ma al quale il tempo della modernità certamente restituirà il merito che gli compete.