L’Energia Pulita di Pietro Menna (Recensione)

In un momento in cui si firma un accordo con la Francia per il rilancio del nucleare, questo saggio diventa ancora più attuale; da raccomandare vivamente alle nostre, solitamente, indifferenti classi politiche, soprattutto quelle di militanza e di poetica tendenza verde, quella meno intollerante rossa ed anche quella intermedia arancione ecc., quasi sempre fisse con lo sguardo nostalgico fermo al passato, troppo distratte, non eccessivamente realiste, confuse sul presente e, generalmente, del tutto impreparate ad affrontare l’avvenire delle prossime generazioni, proprio perché non abbastanza allenate al ragionamento pragmatico.Recentemente, in altra opportunità, ho commentato un altro interessante saggio: LA SCIENZA NEGATA di Enrico Bellone, in cui il ricercatore italiano denuncia l’abbandono imposto alla ricerca scientifica da parte dei politici nostrani che non sempre riescono a separare l’ideologia dalle convenienti necessità economiche.

Direi che L’ENERGIA PULITA di Pietro Menna costituisce un valido complemento a quell’opera proprio perché entra nello specifico delle fonti energetiche alternative ai combustibili fossili, più inquinanti e meno disponibili nel nostro Paese.

Menna illustra molto bene ciò che si è fatto nei diversi Paesi e ciò che ci si può attendere. Se ne può concludere che è oltremodo necessario abbandonare definitivamente quelle inclinazioni conservatrici; infatti, non è solo utile, ma altrettanto urgente saper rompere con la cronica timidezza; pertanto, non dovremmo temere di liberalizzare e detassare ogni mezzo di produzione di energia, pur di stimolare lo sviluppo della produzione di energia a tutti i livelli, anche privati, come con l’uso di pannelli solari, per il riscaldamento dell’acqua; dei pannelli fotovoltaici per produrre energia anche a livello residenziale; e, naturalmente, la ricerca come lo sfruttamento di ogni altra fonte energetica pulita disponibile.

Menna traccia, seppure in brevi pennellate, un quadro sintetico delle origini e dell’evoluzione delle nuove tecniche che si stanno affermando e con il passare del tempo perfezionando sempre di più; tanto è vero che, proprio qualche mese fa dagli Stati Uniti si apprende la notizia della messa a punto di nuovi materiali più economici e più efficienti per rendere molto più competitivi i pannelli fotovoltaici e che potranno essere prodotti, in scala industriale, nei prossimissimi anni. Ci possiamo, allora attendere una nuova rivoluzione? Probabilmente sì.

Per ciò che concerne la produzione di energia eolica Bellone indica, quindi, i risultati incoraggianti ottenuti, per esempio, dall’industria danese che esporta le sue tecnologie un po’ ovunque nel mondo, mentre da noi, pur avendo nel sole una fertile e generosa fonte energetica, poco o niente abbiamo fatto per incoraggiarne l’applicazione. E’ curioso osservare che in un Paese come la Germania, ma lo stesso fenomeno lo si osserva anche in Cina, dove il sole splende ben meno che da noi, molte abitazioni sono adibite con i pannelli solari; non c’è da chiedersi perché da noi sono così rari?

Ma noi sappiamo come nella maggior parte dei monopoli controllati politicamente, di solito, prevale l’inclinazione prettamente ideologica che penalizza il realismo e non tende quasi mai a favore dei risultati concreti; infatti, il potere pubblico mira piuttosto alla propria convenienza politica più immediata o peggio ancora agli interessi corporativisti particolari di un certo ambiente e di un preciso sistema.

Certo, né Pietro MennaEnrico Bellone lo dichiarano esplicitamente, ma conviene affermarlo qui che, se non ci fossero questi deleteri monopoli controllati dal nostro ottuso ed ostinato potere politico – il quale, se non si è proprio sempre dimostrato del tutto incompetente, ma certamente poco efficace – oggi, probabilmente, anche l’Italia sarebbe tecnologicamente più avanti con le diverse tecniche – soprattutto in quella del nucleare dove in altri tempi eravami i primi – e l’Italia sarebbe ben meno esposta ai ricatti di chi controlla le grandi fonti dei combustibili fossili.Si tratta, perciò, di un libro molto interessante, di facile e dinamica lettura, che ci può aiutare a meglio capire la dinamica ed i meccanismi di un settore economico di vitale importanza per lo sviluppo di una Nazione come la nostra, eccessivamente esposta alla dipendenza energetica dall’estero.