THE LIBERAL MIND (La Mente Socialista) di Lyle Rossiter (Recensione)

E la demagogica relativizzazione della realtà.

Fin dai tempi di Marx ed Engels, i teorici del Collettivismo avevano capito che per portare a termine il loro progetto dell’utopia egualitaria che avrebbe condotto ad un modello privo di Stato, dove ognuno avrebbe potuto ottenere secondo le proprie necessità, potendo lavorare quando  ne aveva bisogno ed andare a pescare quando ne aveva il desiderio, era necessario agire sulla mentalità umana, creando dunque l’uomo nuovo, l’umano buono libero da interessi personali. Per cui, dovendo eliminare l’individualità, cominciando dal concetto della proprietà privata, era fondamentale agire per capovolgere i valori paradigmatici della stessa famiglia, consolidati nei millenni e che secondo quegli autori eredi di Rousseau – condizionavano la struttura della società che, secondo tale linea di pensiero, aveva corrotto quello che doveva essere  il presunto e mitico “uomo primitivo felice”.

Dopo aver eliminato la proprietà privata ed a neutralizzare la famiglia, ci avevano provato già i bolscevichi, senza riuscirci; poi, il tentativo è stato sperimentato nuovamente dal dittatore cubano Fidel Castro con risultati assolutamente devastanti; infatti, quando sottraevano i figli e le figlie dai genitori per isolarli in specie di colonie, dove i giovani dovevano essere condizionati lontano dall’influenza delle loro famiglie, l’idea era di prepararli ad un nuovo tipo di convivenza sociale, privati dall’ascendenza dei loro educatori naturali, germinava l’insidia di un’inevitabile promiscuità: ecco che imparavano di tutto salvo i sani principi etici e morali. Infatti, Carlos Alberto Montaner nel suo celebre libro del 2001, VIAJE AL CORAZÓN DE CUBA (Viaggio nel Cuore di Cuba) – nella mia libera traduzione -, scrive:

<<E mentre non erano stati in grado di incubare i “nuovi uomini e donne”, sono stati capaci di tristemente introdurli a rapporti sessuali e promiscuità in un’età in cui la struttura etica che dovrebbe far parte di certe decisioni personali, difficilmente erano formate. I bambini entravano in giovane età, per scoprire il comunismo, e senza l’attenta supervisione di adulti finiscono, naturalmente, scoprendo il sesso.>>

https://liberalismowhig.com/2018/12/31/stalinismo-cubano/

Ma, la storia ci ha riservato un altro sanguinario esempio asiatico; infatti, oltre al tiranno dei Caraibi, poi, ci ha provato anche  Saloth Sâr lo sterminatore passato alle più orrende cronache del nostro tempo sotto lo pseudonimo  di tragica memoria, di Pol Pot (degno seguace di Rousseau e del suo Contratto Sociale con il quale il ginevrino già preconizzava la sostituzione della famiglia dallo Stato – considerato paranoico da alcuni suoi biografi); infatti, Pol Pot per realizzare la nuova società, aveva annientato comunità intere, ma massacrando soprattutto la maggior parte della Popolazione alfabetizzata, quindi, quella in grado di leggere e scrivere, pertanto anche capace di documentarsi e, quindi, pensare con la propria testa e di capire… 

Certo, si può discutere sui principi che condizionano la mentalità umana e possono, come di fatto mutano nel tempo; infatti, ciò che in antichità corrispondeva a determinate norme considerate normali allora, oggi non sono più accettate perché del tutto contrarie alla moderna moralità. Tuttavia, nessuno può immaginare e sostenere come la penseranno le generazioni future; proprio perché le inevitabili mutazioni si susseguono e niente è definitivo, infatti, viviamo in un mondo dinamico ed in continua evoluzione; però, i cambiamenti devono seguire il loro corso spontaneo ed a niente serve forzare ciò che non è accettato in maniera naturale. Lo stesso fenomeno vale per il linguaggio, dove, magari, alcuni tentano imporre un modo di esprimersi che non è assimilato spontaneamente. Ed è quello che certe élite intellettuali e politiche stanno tentando fare che si dichiara politicamente corretta, avendo la pretesa di proibire alla gente di esprimersi come ha sempre fatto. 

E proprio in questi ultimi tempi si osserva come una certa intellettualità altamente politicizzata ed indottrinata, pretende modificare lo stile di vita della gente, imponendo l’ideologia mancina che ormai predomina nella maggioranza degli atenei del mondo occidentale, sotto l’influenza della Scuola di Francoforte  e dei moderni filosofi francesi fra i quali Sartre, la sua degna consorte Simone de Beauvoir e soprattutto, Michel Foucault, che, secondo due giovani bravi autori argentini, Nicolás Márquez e Augustín Laje, – che riportano drammatici dati statistici sulle malattie veneree fra gli omosessuali, l’instabilità delle rispettive unioni e la diffusa tendenza al suicidio da parte dei pentiti di aver cambiato sesso – nel loro pedagogico saggio EL LIBRO NEGRO DE LA NUEVA IZQUIERDA (Il Libro Nero della Nuova Sinistra),  non esitano a definire  l’eccentrico filosofo, “conturbato mentalmente”.  

E così, la degenerazione procede a larghi passi, infatti, gli adepti del nuovo sinistrismo, non ci vogliono imporre solo il cosiddetto nuovo linguaggio neutro, ma si sforzano per introdurre già nelle scuole elementari perfino la controversa rivoluzione antropologica – che si è anche avvalse dell’ambiguo Rapporto Kinsey – giungiamo all’ideologia di genere, inventata di sana pianta da John Money negli anni ’50,  secondo la quale, il sesso anatomico propriamente detto, ormai ridotto banalmente a livello ludico, a scapito della realtà biologica, non sarebbe più determinante, come se una concreta questione scientificamente biologica fosse solo una banale opinione ed ognuno potesse definirsi in maniera del tutto soggettiva, a propria scelta, identificandosi come femmina o come maschio, come se il sesso, concretamente fisico, dipendesse di fatto da una – secondo me – equivoca deviazione di natura psicologica. Pertanto, attraverso la liberazione della sessualità ludica, accessibile a tutte le più tenere innocenti età, giungiamo davvero, al grottesco.  A questo proposito, mi sembra più che opportuno ricordare ciò che qualcuno attribuisce a Sant’Agostino quando aveva inteso dire che: Tutto ciò che è giusto, è giusto, anche se non lo fa nessuno; e tutto ciò che è sbagliato, è sbagliato anche se lo fanno tutti…

Ma, con la premessa che per liberal  negli Stati Uniti si deve intendere per “socialista”, andiamo all’autore della presente recensione: il medico psichiatra Lyle Rossiter in quarant’anni di specializzazione in psichiatria forense, ha diagnosticato le origine e le rispettive ripercussioni di disordini mentali del nostro tempo. Nel suo saggio THE LIBERAL MIND  – che in italiano si dovrebbe tradurre  La Mentalità Socialista -, riassume le sue osservazioni sulle patologie della personalità, avendo inizio nell’ambito dei rapporti materni e si sviluppano fino alla condizione adulta. E lo fa, partendo dalle sue proprie esperienze personali vissute da bambino trascurato dai propri genitori, passando per il periodo in cui militava nella Sinistra. Egli attribuisce tale deviazione mentale alla condizione di colpevolezza da parte del sistema in cui la società si sta strutturando; colpevolezza che oggi continua a diffondersi nelle collettività moderne, ormai condizionate da quella che qualcuno ha giustamente definito sindrome di vittimismo che è nutrito anche da un crescente sentimento oltremodo narcisista. 

In queste sue meticolose analisi Rossiter  si affida pure ad una ricca bibliografia specifica, concentrandosi allo stesso tempo sugli studi realizzati da altri ricercatori, fra i quali, Randy BarnettJim NelsonJohan Huizinga, Theodore LidzCharles Sykes, ma in modo particolare dello psicanalista di origine tedesca Erik Erikson, il quale, dopo aver iniziato la sua carriera accademica a Vienna su invito di Anna Freud, trasferitosi negli Stati Uniti, assumendo docenze presso le prestigiose Università di Harvard e Yale, ha elaborato la nota Teoria dello Sviluppo Psicosociale, pubblicando importanti opere tradotte in diverse lingue, alcune delle quali disponibili anche in italiano.

Rossiter spiega, dunque, come nella nostra società moderna, la natura bipolare degli umani  consolida  certi problemi della personalità la cui origini si sviluppano già in famiglia, dove molto spesso, i figli sono od eccessivamente accoccolati – a compensazione della poca attenzione dedicata loro -, o trascurati da genitori fin troppo occupati nelle loro carriere professionali. Grande importanza assume pure il convivio in famiglie destrutturate da conflitti, divorzi o da forti divergenze fra madre e padre nei metodi dedicati alla formazione dei figli, venendo a mancare il giusto equilibrio, quando la loro educazione subisce danni sovente irreversibili, derivanti da eccessi di libertà, da una parte, o di indiscriminate proibizioni, dall’altra, che poi creano confusione ed incertezze nelle loro fragili menti ancora in formazione; è quando si formano sentimenti di frustrazione che alimentano le loro sensazioni di vittime che, alla fine, li stimola alla ribellione, se non perfino alla ricerca di conforto nelle droghe.

In questo contesto, il processo degenerativo prosegue nelle scuole, ed in tali circostanze non è difficile che gli alunni possano essere facilmente cooptati da insegnanti di pochi scrupoli. Infatti, dalla loro posizione privilegiata, investiti dall’autorità delle  loro lezioni impartite dall’alto delle loro cattedre, hanno buona penetrazione; possono, così conquistare le simpatie degli ingenui vulnerabili giovani che facilmente cedono alla fertile opera di indottrinamento ideologico. Ecco che viene loro insegnato come nella nostra società tutto è sbagliato; che i modelli politico ed economico sono oltremodo ingiusti: perché – secondo loro – si vive in un mondo in cui la gente è più sensibile ad “avere” e dimentica l’importanza di “essere”; un mondo dove si pensa solo a lavorare e ad accumulare ricchezza, dimenticando il vero diletto dello spirito, i piaceri, il dolce far niente; non come noi crediamo che le necessità ci rendono creativi, inducendoci all’azione, ma come un certo pensatore socialista sostiene, che creativo sarebbe l’ozio,  ossia, l’inerzia; dunque, un mondo in cui ci si sacrifica per valori superficiali e materiali, a scapito della spiritualità; in un presunto deleterio sistema dove pochi godono di privilegi e spinti dall’ingordigia, dall’avidità e dall’ambizione, ottengono privilegi e benessere sulle spalle degli umili, quelli che nella grande maggioranza della Popolazione non raggiungono, essendo loro impedito l’accesso. Per cui, per rimediare a tali disuguaglianze è necessario riparare, togliendo ai ricchi per dare a chi non ha, ricorrendo a qualsiasi metodo e mezzi coercitivi.

Così, mentre si fomenta il sentimento di invidia e si condanna l’utilità dei risultati, del lucro, del denaro presentato come escrescenza diabolica – interpretazioni esaltate dal papa socialista Bergoglio -,  ma già ampiamente sostenute durante le insistenti prediche dai pulpiti di molti sacerdoti cattolici militanti, a favore di un egualitarismo dogmatico, dove lo sforzo, l’applicazione, l’impegno ed i meriti individuali non contano più di tanto. Allora, come diventa utile anche il concetto sviluppato nel “sessantotto” in cui, nelle scuole, la qualità dell’apprendimento didattico e della conoscenza cessano di costituire la giusta finalità dell’istruzione, mentre anche l’insegnamento cognitivo propriamente detto, dunque il profitto, perdono il loro valore, ciò che alla fine si trasforma in un eccellente quanto utile metodo per  l’iniziazione alla militanza.

Poco a poco, anche i più consolidati principi etici sono perciò lasciati da parte ed alla rettitudine etica si sostituisce il relativismo morale; i giovani apprendono ben presto che si nasce con diritti innati; non serve più lo sforzo per salire i gradini sociali attraverso lo zelo e l’applicazione delle potenzialità di ciascuno; certe aspirazioni, le ambizioni sono viste come forme che derivano dall’egoismo che a sua volta è ribassato a semplice egotismo. Ai doveri ci pensa il potere politico che si arroga anche l’incarico di praticare la solidarietà istituzionalizzata. Ed ecco che gli impreparati, i meno perspicaci, i meno intraprendenti, i più inerti, i più indolenti e pigri tendono ad accomodarsi alle circostanze. Imparano che è più comodo rinunciare alle iniziative considerate inutili, accettando la propria condizione di dipendenza, di sudditanza, per diventare veri  succubi del potere ma, in compensazione, liberati dalle proprie responsabilità in cambio del modello in cui la proprietà è fortemente limitata e dove  ciò che è peggio si giustifica addirittura la rinuncia al diritto di libertà, e felicemente liberati dai dubbi in cambio della presunta sicurezza.

Eppure, abbiamo già visto quale importanza riveste l’egoismo che non è solo un bene ma una vera necessità biologica, anche di difesa; infatti, è l’egoismo che ci rende prudenti e diventiamo consapevoli del nostro proprio “io”, sciente di essere se stesso, in quanto individuo pensante ed unico, quindi anche del bisogno di preoccuparsi e di agire, assumendo delle responsabilità. Infatti, ciò che ci ha resi esseri previdenti, produttivi e sviluppati sono proprio qualità derivate dall’egoismo; stimolati dalla fame, dal timore e dai dubbi siamo evoluti, senza questi saremmo ancora degli esseri primitivi. A questo proposito vorrei rimandare alla lettura della mia recensione del saggio di Ayn Rand LA VIRTÙ DELL’EGOISMO

https://liberalismowhig.com/2016/11/01/legoismo-ed-il-progresso/ 

L’individuo, per sua natura, cerca sempre un modo di soddisfare le proprie aspirazioni, ossia di progredire e Rossiter, giustamente, osserva come milioni di individui, ogni anno, affrontano enormi difficoltà e pericoli pur di poter arrivare dove pensano di poter vivere meglio; rischiano pur di riuscire ad entrare e stabilirsi negli Stati Uniti, dove esistono ancora buone possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita, non solo per il regime di libertà superiore a certi Paesi, ma dove esistono soprattutto maggiori opportunità di salire i gradini sociali e più ampie possibilità di progredire economicamente, anche se in rapporto ad un secolo fa, le condizioni negli Stati Uniti non sono più le stesse. 

Infatti, ormai, anche negli Stati Uniti, la mentalità socialista si sta diffondendo a macchia d’olio, e ciò avviene proprio a partire dalle scuole, dove la sinistra strategia gramsciana – di occupare i settori chiave per arrivare al potere – dominando i veicoli dell’informazione e della diffusione, ha attecchito molto bene, al punto che, nel frattempo, si sono molto diffusi  gli espedienti che hanno contribuito ad introdurre la moderna dottrina collettivista. La conquista non è più fomentata dalla rivoluzione proletaria, ma attraverso uno stratagemma ideologico lento, “sottile”, strisciante, ma molto più efficace ed oltremodo raffinato e discreto: l’economia non è più pianificata centralmente, ma diventa patrimonialista a favore di pochi oligopoli scelti a dito capaci di controllare i grandi capitali e, quindi, condizionare il mercato; poi, introducendo la psicologia sociale, diffondendo l’ambientalismo militante, e specialmente negli ambienti accademici più influenti, predicando il marxismo culturale, presumibilmente a favore di una pace mondiale, in associazione con le Nazioni Unite che da sempre, ed ora con grande efficacia, ricorrono alle proprie appendici – UNESCO, IPCC, ed attualmente O.M.S. ecc– che tramano la costituzione del governo mondiale unico, progetto mai riuscito ai collettivisti sovietici.

Di fatto, l’agenda del sinistrismo introduce non solo nuove tecniche per dirigere e condizionare la massa, imponendo la riduzione dei rispettivi consumi con il pretesto di impedire all’inquinamento delle industrie di “distruggere” il Pianeta; si aumenta, quindi, la dipendenza dalle necessità più diverse, mentre ai bisogni provvede il potere, dopo aver eliminato ogni desiderio superfluo. Allora, si capovolgono paradigmi consolidati – o per dirla con Rossiter – “distillati nei secoli”;  per cui, anche le opinioni sono messe sotto vigilanza e ciò che vale sono le “proclamazioni”  dettate dall’intellettualità accreditata, ovviamente, di matrice mancina: ecco che si limita agli individui perfino di esprimersi con naturalità; si impongono norme che proibiscono addirittura concetti ed espressioni considerati politicamente scorretti, avverse alla convivenza nella nuova societàperciò, chi non si adegua viene, come si dice ultimamente, “cancellato”; allora, perfino l’erudizione subisce il controllo del potere e nemmeno i dotti sono risparmiati; se osano andare contro tali direttive, vengono non più ignorati e condannati silenziosamente all’ostracismo, come avveniva in passato in Occidente, ora invece, possono essere addirittura perseguitati dalla legge come veri nemici pubblici.

In altre parole, lentamente, si sta realizzando il romanzesco modello politico totalmente pianificato dall’alto, come Aldous Huxley, profeticamente descriveva ne Il Mondo Nuovo (1932) e Ritorno al Mondo Nuovo (1958); un modello assurdamente grottesco esposto poi da George Orwell nel celebre libro 1984, scritto nel 1948 in cui il grande fratello impone la neolingua dalla quale sono stati espurgati termini come amore, sentimento, emozione, libertà e dove la nuova realtà dipende unicamente dal riconoscimento del ministero della verità. Si giunge, dunque, all’arbitrarietà che non si limita alla sovversionesemantica, ma addirittura il pensiero è minacciato con il fine dell’annullamento dell’identità individuale. Ed il destino dei dissidenti oggi è in confino culturale, la cosiddetta cancellazione; allora, i bolscevichi, invece, ricorrevano ai gulag e nelle migliori delle ipotesi l’isolamento su di un’isola, incomunicabili dal resto del mondo, dove non avrebbero potuto nuocere alla narrativa della dottrina. Infattila verità, evidentemente, è dettata dal potere che non sbaglia e che non può più essere contestato. 

Mentre nel mondo attuale si sta formando il nuovo tipo di regime totalitario, passo a passo, ci avviamo verso il modello che assomiglia tremendamente a ciò che recentemente diversi autori denominano come il cosiddetto grande reset.  In pratica, l’azzeramento totale, in un clima ambiguamente innovativo, dove le conquiste del passato non servono più da guida; dove, in nome della tolleranza nei confronti delle minoranze – che per meritano il rispetto -, sono le maggioranze che si devono piegare e subire i rigori dell’ambigua legge, adeguandosi alle loro arbitrarie imposizioni; dove la religione tradizionale è sostituita dalla venerazione incondizionata dello stato centralizzato e – per dirlo con Michael Oakeshott – onnipotente, “perfezionista” dei governanti della politica della fede, della nuova religione che determina le ultime rigide norme, con prescrizioni più che dubbie, emanate per il presunto rispetto della natura, apparentemente minacciata, liberata dall’inquinamento industriale del consumismo – presentato come grande nemico dell’umanità -, e da ogni moderna invenzione scientifica – come per esempio gli OGM – considerata incompatibile con l’ambientalismo ideologico e più recentemente a favore di una sanità salvatrice della Popolazione data “in grave pericolo”. In compensazione, si permette agli individui di divertirsi fisicamente, in totale libertà:  non solo la pornografia dev’essere tollerata; il consumo delle droghe è liberato e la pedofilia sollevata da qualsiasi accusa, non è più reato; il matrimonio omosessuale istituzionalizzato e guai osare a criticare tali innovazioni. Anzi, ai giovani si devono insegnare prematuramente le pratiche sessuali, mentre la storia viene totalmente reinterpretata e la letteratura riscritta ed epurata da qualsiasi riferimento che possa ricordare od alludere alla morale del passato e perfino le scuole di pensiero classico dalle quali si è originata la nostra civiltà, vengono semplicemente osteggiate e messe da parte.

In questo contesto, cade dal cielo una specie di manna quella che viene presentata come una pericolosissima pandemia che permette ai nuovi autocrati di imporre limitazioni di circolazione “per il presunto bene pubblico” e non si contengono semplicemente a diffondere raccomandazioni da seguire, ma con l’abusivo potere che si aggiudicano, obbligano tutti di stare severamente agli ordini delle autorità della sicurezza pubblica e sanitaria emanate dai governanti – in nome artificiosi interesse e benefici pubblici -, giungendo all’estremo di decretare il coprifuoco, una misura che costituzionalmente, può essere adottata ed imposta solo in caso di guerra. Ecco che, uscendo di casa fuori orario, chi si arrischia di allontanarsi di casa senza giustificazione, viene multato e rischia addirittura le aggressioni da parte delle forze dell’ordine per reprimere le pure lecite resistenze passive. Gli abusivi governanti – spesso semplicemente nominati -, ricorrono perfino al ricatto, se ci si nega di farsi vaccinare, si impedisce alla gente di esercitare i propri diritti legittimi di libertà di movimento. Le manifestazioni pubbliche sono, ovviamente, interdette, e per assicurare la stabilità a chi è al potere, e consolidare tali misure, dinanzi all’insoddisfazione generalizzata nei confronti dei propri governanti, oltre a sostenere i diritti civili costituzionali, impediscono addirittura nuove elezioni, mentre, si nominano d’ufficio nuovi dirigenti, non eletti, ma allineati alle nuove direttive con il tacito avallo degli organi delle Nazioni Unite. 

Non importa se l’ Organizzazione Mondiale della Sanità detta raccomandazioni incoerenti e che di tanto in tanto contraddittorie, perché ritenuta depositaria di una presunta verità scientifica, anche se un numero crescente di scienziati non condivide le rispettive disposizioni. Lo si osserva ai nostri giorni, di emergenza da Covid-19, quando perfino scienziati di prestigio mondiale osano contestare misure sanitarie e disciplinari adottate da governanti arroganti, del tutto incuranti ed insensibili alle ripercussioni che seguono nei riguardi dell’economia totalmente in crisi. Insediati al potere quasi assoluto, sembrano avere carta bianca per decidere per conto loro all’ombra della Legge positiva; infatti, si arrogano il diritto di calpestare le stesse norme costituzionali, riducendo le masse a semplici mandrie isolate alle quali viene impedito di uscire dai propri recinti. 

Ebbene, perfino titolari di prestigiosi Premi Nobel per la medicina, e ricercatori rinomati, non sono solo vengono “cancellati”, ma sono denunciati e addirittura denunciati… Così, perfino la scienza, che prospera nel dubbio, attraverso esperimenti e correzione degli errori, diventa proprietà esclusiva del potere politico dottrinario depositario della verità incontestabile; e chi osa questionare o sfidare la sua autorità che i suoi rappresentanti si sono arbitrariamente aggiudicati, subisce una nuova forma di repressione che riaccende i lontani ricordi di metodi della sacra inquisizione. Non ci sarà da meravigliarsi se, in breve, questi impostori istituiranno i manicomi come c’erano Nell’Unione Sovietica, destinati a indurre al silenzio chi si azzarda a contestare la sinistra agenda dogmatica.

In conclusione, bisogna pur ammettere che ci troviamo dinanzi a quello che Lyle Rossiter autore di questa eloquente opera, definisce come moderno sinistrismo che ricorre a tutta una nuova tecnica dove le barricate sono state sostituite dal terrore psicologico generalizzato che, grazie al panico generato – a sua volta fomentato dal terrorismo mediatico addomesticato -, permette ai nuovi oppressori di soggiogare e ridurre ad una specie di semi schiavitù, quelli che dovrebbero essere i sovrani cittadini, a semplici sudditi arresisi al fatalismo ed alla remissività. 

Noi che, ingenuamente ci avevamo illusi, credendo alla sconfitta definitiva del collettivismo, ahimè, dobbiamo assistere al suo ritorno e ciò che è peggio il suo trionfo attraverso perfino della falsificazione della realtà – opportunamente manipolata dalla politica che può decretare cosa è vero e cosa è falso e cosa dev’essere considerato bene o male – che ci auguriamo sia solo una tappa transitoria al ritorno della normalità. Perciò, c’è da augurarsi ardentemente che, anche dopo la relativizzazione delle scienze esatte, si tratti solo di una delle eterne fasi storicamente passeggere. Al momento della nemesi – così speriamo -, in cui la gente capirà, superando la paura che le è stata impressa. Allora, molti di noi, vorranno finalmente vedere i responsabili di tanta prepotenza e prevaricazione con la quale disprezzano i più elementari e sacri diritti umani al punto di calpestare i basici principi delle nostre democratiche Costituzioni, ad un equo giudizio per rispondere alle accuse di gravissime responsabilità,  seduti sui banchi di un Tribunale, come è avvenuto con i nazisti al Processo di Norimberga…