visto da Tullio Pascoli
1 Dic 2017
LA MENTE E LE MENTI di Daniel C. Dennett (Recensione)
I limiti della nostra comprensione
Lettura molto utile ed interessante con la quale l’autore ci insegna come sia limitata la nostra capacità cognitiva e soprattutto che non abbiamo acesso alla conoscenza oltre i limiti delle nostre percezioni.
Siamo soggetti ai limiti della comprensione del nostro mondo, dell’immaginazione in continua mutazione che ci facciamo della realtà sotto la guida del sistema di concepire. Dall’esterno riceviamo in continuazione impulsi e segnali di ogni genere che agiscono non solo sulla nostra mente, ma anche sui nostri diversi organi, anche in maniera involontaria, spontanea ed automatica.
Da ciò non è difficile dedurre come noi disponiamo di due distinte memorie: una memoria ereditata (genetica) ed una memoria sensitiva acquisita dalla prassi. Pertanto, è a partire da tutto questo complesso di condizioni e circostanze che il nostro soggettivo fenomeno interpretativo ci induce ad agire.
Dunque, da tutta questa complessità deriva un nostro comportamento istintivo come pura dalla nostra condotta ragionata, ambedue condizionate allo stesso tempo, anche da una biologia che interagisce con la chimica del nostro organismo, influenzando l’attività dei neuroni che inviano e confrontano messaggi, con i registri delle nostre esperienze, interfacciandosi pure con la nostra particolare immaginazione nelle nostre diverse aree della mente provocando reazioni comportamentali mutevoli.
Infatti, il processo mentale – anche se molto più elementare – può essere osservato perfino negli animali e se si vogliamo parlare di una specie di memoria, perché non includere addirittura le piante che per la propria sopravvivenza sembrano di saper competere come si compete fra gli umani, disputando lo spazio occupato nell’ambiente.
L’autore, quindi ci aiuta a capire come certi storici si sono lasciati ingenuamente ingannare dalle apparenze, credendo di poter anticipare l’avvenire, visto che nell’incerto futuro, non è assolutamente possibile prevedere il comportamento degli umani. Non per niente, ogni momento è unico e non sarà mai uguale all’altro, inoltre, tutti noi ci dobbiamo sempre adeguare ai distinti nuovi contesti; così, come si apprende pure dalla lezione di F.A. von Hayek, possiamo agire in maniere presumibilmente analoghe, dipendendo dalle circostanze, ottenendo risultati distinti, come possiamo raggiungere risultato similari pur applicando metodi apparentemente similari. Perciò, è meglio farsi guidare dai dubbi, dal momento che cambia il luogo in cui ci troviamo od il tempo che passa – che non è mai lo stesso perché tutto è dinamico -, ottenendo risultati alternativamente similari o del tutto diversi da quelli che ci si poteva prefiggere.
Questi stessi criteri li commenta anche un altro attento osservatore, Passim Nicholas Taleb, fra l’altro con la logica del CIGNO NERO, dove egli insiste sull’impossibilità di poter fare previsioni con una certa precisione, dovendo sempre fare i conti con l’improbabilità dell’aleatorietà.
Del resto, lo apprendiamo già dagli ellenici, principalmente, da Eraclito secondo il quale “tutto scorre”, dunque, niente è fisso, ma tutto è dinamico; conseguentemente, la realtà di ieri non si può scrutare con gli stessi occhi di chi l’ha vissuta prima di noi, ed allo stesso modo, anche la nostra percezione della realtà odierna sarà vista con gli occhi dei nostri posteri che, al loro volta, avranno certamente un altro modo ed altri criteri per interpretare gli avvenimenti.
In conclusione, questa lettura di Daniel C. Dennett risulta molto utile e da raccomandare soprattutto a chi tende ad affidarsi alle certezze; aiuta a capire che esistono limiti invalicabili alla nostra comprensione proprio perché siamo soggetti ad interpretazioni che possono cambiare nel tempo e nel luogo a secondo del momento e perfino in funzione del nostro mutevole umore. Le nostra ridotte capacità d’interpretazione degli avvenimenti, possono sempre rivelarsi fallaci, anche perché, come apprendiamo dal grande Popper, la conoscenza non ha fine e la ricerca non si esaurisce.
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