visto da Tullio Pascoli
1 Feb 2011
Il Quadrato Magico di Rino Cammilleri
Nella versione dell’osservatore cattolico (Recensione)
L’ottimo Rino Cammilleri ci propone un oltremodo interessante saggio in cui elenca le diverse interpretazioni suggerite da distinti studiosi a proposito di un famoso graffito palindromico emerso dagli scavi di Pompei ma scoperto anche in altri siti archeologici come pure in numerose chiese. Si tratta di una specie di enigmatico gioco di parole, dove SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS riprodotte orizzontalmente come in senso verticale possono essere lette in entrambi i sensi. Esso costituisce una specie di misterioso rompicapo segreto che, secondo le distinte quanto poliedriche interpretazioni, conterrebbe numerosissimi quanto arcani e non sempre coerenti significati.
Infatti, sulla comprensione delle multiple combinazioni possibili ed alcune anche meno probabili, l’autore di IL QUADRATO MAGICO espone con enorme competenza tutto un elenco di versioni che si incontrano e si scontrano, avanzate dai più diversi ricercatori, la cui fantasia non sembrerebbe aver fine.Di fatto, la diversità delle ipotesi è tale che i riferimenti possono variare dal Padreterno a Gesù, dalla Massoneria a Satana, agli immancabili Templari e così di seguito. La varietà antagonistica dei punti di vista è così ricca che permette di giungere a conclusioni-sovente inconciliabili; gli studiosi si avvalgono di tutta una serie di criteri attraverso i più complicati percorsi e metodi: dagli anagrammi alla psicologia, all’etimologia delle più antiche lingue: dal latino al greco, dal celtico al sanscrito, dal gaelico all’etrusco, in una quasi interminabile sequenza, passando dal misticismo all’esoterismo, dal pitagoricismo all’esorcismo, in un contorto gioco misterioso, pagano, indoeuropeo, in cui togliendo od aggiungendo lettere ai termini incrociati si possono immaginare e comporre preghiere, esortazioni ed arrivare addirittura alle blasfemie. Dai riti ispirati a Mitra si può passare a quelli di Saturno, a quelli di Athena e dal misticismo orfico e delfico fino all’occultismo egizio, coinvolgendo pure divinità come Api e così via.
C’è chi fa risalire il misterioso gioco “enigmistico” agli Ebrei, ai Cristiani, agli agnostici (fra i quali non mi schivo di includermi), agli eretici e perfino ai soliti Templari fino ai Rosacroce, potendo attribuire l’opera perfino ai satanici. Le interpretazioni si possono, quindi, ottenere nelle letture orizzontali, verticali, incrociate, tanto verso il basso come verso l’alto, da sinistra a destra, in senso circolare, in senso dell’orario o contrario, secondo ogni particolare convenienza, motivo che giustifica la qualifica di “Quadrato Magico”. Insomma, i significati potrebbero essere elaborati ed ottenuti su tutto ed al contrario di tutto. Lo stesso Cammilleri non sembra liberarsi dalla tentazione – ispiratagli dalla sua tenace fede – di trovare un’infinità di nessi e radici che conducono in maniera invariabile alla croce e, dunque, a Gesù.
Non avendo mai letto niente di questo eruditissimo autore, sapendo che era così “ostinatamente” affezionato alla nostra religione cattolica, forse non mi sarei mai sognato di acquistare questo eccellente saggio; in tal caso avrei perso un’ottima occasione di leggere un’opera così istruttiva, anche se sembra che egli sia troppo convinto perfino del concetto della verginità della Madonna e mostra alcun segno di dubbio sulla versione mistica del Cristo che è giunta fino a noi; infatti, non allude mai minimamente ad altre possibilità di cui alcuni attenti studiosi di teologia accennano riferendosi al Gesù storico e, secondo i quali tutta la storia della vita del nostro Salvatore sarebbe ben meno divina ed in compensazione più concretamente quella di un essere umano. Dai loro studi, infatti, emerge, una diversa dimensione di Gesù, illuminato, valorizzato in qualità del più realistico ruolo di grande Profeta venuto, non per fondare una nuova religione, voluta da Saulo, alias San Paolo, ma per riformare l’etica degli umani, predicando fratellanza, misericordia ed amore.
Del resto, Cammilleri stesso riconosce che il simbolo della croce è anteriore allo storico Gesù ma, stranamente, le sue congetture si voltano in un’unica direzione; infatti, l’autore sembra credere piamente – e lo sostiene ad oltranza – che questo enigmatico rebus non costituirebbe altro se non un’ulteriore prova a conferma delle bibliche profezie che avrebbero preconizzato il divino avvento, predestinato al sacrificio con l’intuito di redimere i peccati di tutta l’umanità, fino a dare per assolutamente certa anche la mitica resurrezione di cui oggi alcuni teologi dopo aver scandagliato nuove scoperte ed analizzato non poche distorsioni originate da traduzioni precarie nella trascrizione degli stessi Vangeli – d’accordo, qualifichiamoli pure eretici -, cominciano ad alimentare fondati dubbi con sempre maggior frequenza e convinzione.
Cammilleri, inoltre, riduce – secondo me – forse un po’ troppo frettolosamente anche l’evoluzionismo per dare il creazionismo per totalmente scontato, affermando che la metà degli scienziati la penserebbe come lui. Come fare ad accettare così semplicisticamente una tale conclusione? Non ne sarei del tutto sicuro. Ma ora, magari, mi rendo conto di entrare in un terreno probabilmente troppo insidioso; meglio evitare questi campi minati. Certamente conviene attenersi piuttosto al saggio che proporziona bellissime analisi e descrizioni su di uno dei più importanti e meglio preservati siti archeologici del mondo, ahimè non abbastanza frequentato dai nostri stessi connazionali ma, in compensazione, visitato ed ammirato da numerosissimi stranieri provenienti da ogni dove, per conoscere ciò che resta di Pompei, testimonianza viva della città romana che nel giro di poche ora ha cessato di esistere, ma conservata e protetta sotto le ceneri provenienti dalla tragica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Il nostro oltremodo dotto autore mette in evidenza tutta una vastissima gamma di conoscenze, indagando su di un copioso patrimonio culturale che egli minuziosamente analizza nei multipli dettagli con perizia ed indubbia competenza; rivela particolari che meritano di essere divulgati e con i quali egli dimostra di aver condotto le sue accurate ricerche in molte direzioni, al punto di – in modo molto coraggioso – non omettere nemmeno di citare uno dei più noti studiosi di simbologia, il francese René Guénon che dalla fede cristiana era passato a quella dell’Islam.
Il libro, salvo qualche passaggio ripetitivo su alcuni particolari, è di facile lettura e man mano che si procede tende a produrre un crescente interesse ai lettori che apprezzano i diversi aspetti che la nostra storia conserva; ragione per cui questa breve ma preziosa opera può essere senza alcun dubbio raccomandata, anche a coloro che, eventualmente, non condivideranno la sua manifesta complicità in certe dogmatiche convinzioni a cui l’autore giunge e che sono implicite in chi alimenta una granitica quanto onesta fede cristiana.
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