visto da Tullio Pascoli
3 Lug 2009
Y A-T-IL UN MAL LATIN? – (C’è un Male Latino?) di Alain Peyrefitte (Recensione)
Breve saggio semplicemente STRAORDINARIO! Purtroppo, però, Alain Peyrefitte in Italia è solo un illustre sconosciuto; io lo includo fra i miei autori preferiti; delle sue opere raccomanderei vivamente almeno due capolavori della letteratura liberale: LA SOCIETE DE CONFIANCE – (LA SOCIETA’ DELLA FIDUCIA) e DU MIRACLE EN ECONOMIE (DEL MIRACOLO IN ECONOMIA) quest’ultima è una raccolta di conferenze date al Collège de France. Questo modesto, ma oltremodo eloquente quaderno, riassume parte di quanto il perspicace autore tratta in questi due saggi e, secondo me, la lettura delle poche pagine vale ampiamente il suo costo. Peccato solo che non sia disponibile in italiano, perché si tratta di un riepilogo immensamente istruttivo che, pur a distanza di 30 anni, mette a nudo i tradizionali mali che ancora oggi affliggono le società delle Nazioni latine; quindi, in un certo senso, questo discorso può ancora servire da parametro anche per le nostre attuali realtà.
Ex-accademico e ministro di De Gaulle, con feconda esperienza anche come diplomatico in Paesi socialisti come Unione Sovietica e Cina (a questa dedicherà il celebrissimo saggio QUAND LA CHINE S’EVEILLERA… LE MONDE TREMBLERA – Quando la Cina si sveglierà… il mondo tremerà), si era già distinto ed affermato come saggista di notevole successo con quel fortunato saggio LE MAL FRANÇAIS (IL MALE FRANCESE) del 1968 – un classico d’importante riferimento – in cui egli scandaglia la remota genesi delle pesanti storiche eredità culturali dei nostri cugini, vittime di tutto un complesso di iniqui retaggi di antica origine che si trascinano addosso, e dai quali nascono appunto le vere cause inibitrici di un auspicato moderno sviluppo economico, le quali alimentavano le endemiche complicazioni politiche francesi e che – già fin dai tempi delle cosiddette instabili III e IV repubbliche – avevano mantenuto la Francia in costante crisi, fino al salutare avvento del Gen. De Gaulle che riuscirà, finalmente, a trasformare il modello parlamentare della Francia in uno equilibrato e durevole regime presidenziale.
Ecco che troviamo, dunque, la conferenza pronunciata nel lontano 1979 a Roma da Alain Peyrefitte, il quale, partendo un po’ dalla falsariga di quella sua nota felice monografia di successo, dedicata alle sventure politiche ed economiche della Francia del XX secolo, e pubblicata come breve saggio dall’Accademia Nazionale dei Lincei. In questa pregevole esposizione, egli riassume con magistrale capacità di sintesi, in un linguaggio chiaro e convincente, quelli che egli considera gli antichi mali dei nostri Paesi latini ed invoca tutti a reagire affinché Nazioni come l’Italia che vanta tradizioni di creatività eccezionali e quasi uniche, possano uscire da questo oscuro endogeno vicolo cieco in cui, per ambigue circostanze storiche ci siamo arenati.
In questo breve quanto didattico riassunto egli mette, perciò, in evidenza l’influenza esercitata dalla nostra dottrina cattolica e le particolari ripercussioni prodotte dalla Chiesa con la sua Contro Riforma, mentre gli altri Paesi del Nord, grazie all’innovazione delle idee liberatorie di Calvino e di Lutero, ribellatisi al giogo del monopolio della fede ed ai secolari vincoli dei polemici dogmi, liberi dalle catene, hanno interpretato le Sacre Scritture in chiave più moderna ed indipendente, dove l’ambito premio si deve conquistare con l’operosa azione individuale e non con semplice superstiziosa militanza.
Così, i protestanti imparano a valorizzare il lavoro che non è più concepito come una punizione imposta da Dio con la cacciata dall’Eden, bensì un’utile opportunità per realizzare il merito con il premio del benessere che noi, con la nostra mentalità retrograda, non raggiungiamo altrettanto facilmente.
Queste ricche pagine costituiscono, pertanto, un’eccellente ed istruttiva lezione di politica e di economia che i nostri dirigenti dovrebbero conoscere meglio per finalmente capire e poter meditare sulle necessità degli urgenti cambiamenti di cui i nostri Paesi hanno da secoli tanto bisogno.
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