visto da Tullio Pascoli
4 Mag 2004
Pubblicato pure su http://www.pigrecoemme.com/forum/index.php?showtopic=4188
Il mercato, come pure le idee libere sono ORDINI SPONTANEI al pari del linguaggio.
Ad ogni attimo che trascorre, questi ordini si adeguano alle nuove circostanze, alle nuove tendenze, ai nuovi contesti ed in modo del tutto imprevedibile ed automatico. Non c’è assolutamente niente di male da temere da questo ordine, perché il mercato segue i nostri capricci e si modella alle nostre volontà individuali in tempo reale; chi non guarda agli individui rischia di rompersi il collo… sono loro, che in modo inconsapevole, interagiscono fra di loro e formano quella grande massa, e che finisce per imporre le proprie preferenze. E’ l’ ordine più democratico che si conosca, dove il consumatore esercita la sua indipendenza ed empiricamente mette in pratica la propria libertà, la libertà di scelta. Egli è un elettore che si reca al supermercato (si fa per dire) e vota facendo la sua cernita: “questo mi piace e questo non mi interessa”; qui egli può selezionare e rifiutare i prodotti od i servizi che non sono di suo gusto o non corrispondono alle sue convenienze o non sono prioritari, preferendone altri più adeguati alle sue reali aspirazioni.
Il contrario del mercato è l’ ordine condizionato e coercitivo, dove una cupola di “saggi” o che si ritengano tali, decide per gli altri – un po’ come voleva Campanella nella CITTA’ DEL SOLE – ciò che gli individui devono o possono fare. Si tratta di un modello oppressivo e presuntuoso, dove ai singoli viene prepotentemente negato il diritto di scegliere, dove all’ individuo non si riconosce il diritto di realizzare le proprie preferenze; dove l’ individuo perde la libertà di manifestare le proprie aspirazioni, dove pochi autoritari impongono ai molti i modi più adeguati per realizzare le soddisfazioni individuali. E’ un sistema dove qualcuno decide per i cittadini che da sovrani sono ridotti a semplici sudditi, “utenti”, dovendo consumare ciò che “il convento passa” e dove i “filosofi” – della Repubblica di Platone – pensano e risolvono per gli altri. Per farlo hanno bisogno dell’ autorità; essa può essere mascherata dai più diversi meccanismi, anche i più sofisticati: dazi, imposte, monopoli, licenze, concessioni e soprattutto norme, proibizioni con leggi e decreti fatti su misura etc.
Il sistema di mercato, invece, è libero e segue le leggi della sovranità degli individui, indipendentemente dalla volontà dei pochi che si pretendono saggi. Qui i molti, nella loro individualità, condizionano le tendenze liberamente. Come possono scegliere liberamente i termini preferiti per esprimersi nel linguaggio quotidiano, scelgono le loro attività che poi possono cambiare a piacere. Non sono i “saggi”, i “filosofi” i politici o gli intellettuali che, chiusi nelle sale ermetiche e nella loro presunzione, decidono cosa consumare o quale attività preferire o come ci si deve esprimere; nella loro autonomia, sono gli individui, il pubblico a fare le proprie scelte.
Nel sistema indotto, invece, come quello coercitivo, dettato dall’ alto verso il basso, quello delle famose pianificazioni, il pentimento od il cambiamento di gusto o di tendenza non esiste o nella migliore delle ipotesi è difficile od arriva in ritardo: ciò che è stato pianificato è la legge in vigore e difficilmente può essere modificato in armonia o nei tempi come il cittadino, l’ individuo od il consumatore intende. Sono le autorità che – nella loro presunzione – si aggiudicano il diritto di poter determinare ciò che gli individui devono preferire, tanto nei prodotti da consumare, come nei servizi da erogare, discriminandoli magari con dazi punitivi o con l’ intervento della legislazione.
Ricordate le TV a colori? Solo i poveri Italiani provinciali , hanno dovuto attendere per anni il benestare – o nulla osta come dicono loro – dei politici per autorizzarne la diffusione… Non è comico? Eppure è ciò che hanno fatto da sempre e se ogni tanto, grazie alla pur timida alternanza, non perdessero le redini del potere, oggi per poco ci potremmo trovare in uno stato simile a quello descritto da Orwell nella celebre satira ” 1984 “.
Ciononostante, ancora oggi solo noi sudditi italiani di uno stato prepotente come il nostro, dobbiamo pagare il diritto annuale per convalidare la LICENZA di uso del passaporto per uscire dal nostro Paese. Come se alla nascita avessimo rinunciato alla libertà che un paio di burocrati, poi, ci vendono in cambio di una imposta (che deriva da IMPORRE) sotto forma di bollini da incollare sul libretto della libertà limitata, che non è altro che una concessione… Da notare che nel medioevo i sudditi di qualsiasi comune o staterello potevano circolare ovunque, liberamente! E questi credono di avere ancora ragione!
Grazie al controllo dell’insegnamento nelle scuole che è rimasto nelle loro mani per tanti anni, i poveri italiani hanno subito una specie di lavaggio del cervello fin da piccoli; così i politici hanno potuto comodamente esaltare se stessi, elevando lo stato a santità, anzi a divinità. Ne hanno approfittato per sparlare del mercato, accusandolo di ingiusto, come accusavano ed accusano i liberali di egoismo e di mancanza di sensibilità per la solidarietà. E sulla solidarietà ci sarebbe molto da dire, ma fermiamoci qui, dopo aver ricordato che la solidarietà per essere tale deve essere spontanea, come il mercato.
Chi capisce il mercato capirà facilmente come la spontaneità, la libertà e la responsabilità comminano insieme.
Per conoscere i meccanismi del mercato, si può ricorrere ad una vastissima letteratura che si può ridurre anche a pochi autori, diventati noti recentemente, anche in Italia, come “SCUOLA AUSTRIACA“; da noi la si sta scoprendo con un lieve ritardo di qualche decennio: non è mai troppo tardo, o meglio tardi che mai… Sono le idee di questa scuola che hanno squalificato le teorie keynesiane, le quali per troppo tempo, hanno condizionato la nostra vita con continui interventi nell’ economia da parte del potere pubblico della classe politica.
Inoltre, pochi sanno che fra i grandi pensatori del libero mercato c’è un esimio italiano, Bruni Leoni; noto in tutto il mondo, mentre qui, ahimè, è ancora un illustre sconosciuto. Chi ama la libertà e vorrebbe documentarsi sul suo pensiero, può accedere al sito:
Si scoprirà che il nostro Paese non ha mai conosciuto una vera economia di mercato, perché, dominato dai politici keynesiani che per propria convenienza potevano manipolare a favore dei loro interessi e privilegi in una specie di tacita associazione di amici ed alleati, che godevano di sgravi fiscali, sussidi o magari il monopolio di certi settori; la famosa cassa d’integrazione non è altro che una delle tante assurde distorsioni da prendere come esempio. Ciò non ha impedito, però, che certi amici del potere come FIAT, OLIVETTI e tanti altri venissero giudicati severamente dai sovrani consumatori; ed i risultati si vedono, li abbiamo davanti a noi sotto i nostri increduli occhi…
Qualunque sistema dove un governo condiziona il mercato (inutilmente), dunque, va contro l’ordine spontaneo che risponde democraticamente alle aspirazioni ed ai desideri degli individui, dei consumatori; sono questi, in ultima analisi, i veri protagonisti ed allo stesso tempo i giudici finali delle proprie cause; essi possono modificare le tendenze del mercato che rispetta la loro sovranità e non li riduce a dei semplici passivi “utenti”.
Ed è per questo che le idee circolano liberamente, nonostante molti condizionamenti da parte di chi non vorrebbe che circolassero; così come certe società falliscono nonostante le sovvenzioni, perché si illudono di poter imporre al pubblico i propri prodotti o servizi obsoleti, quando il mercato, ossia sua maestà il consumatore non li gradisce, ma li rifiuta.
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